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Vicino all’Agricoltore e al Cittadino

Vendemmia in Maremma: tra ludi ed ombre

26 Settembre 2023




“La vendemmia del 2023 ha presentato una serie di sfide complesse e intricate, prevalentemente dovute a fattori meteorologici. L’accumulo di giorni piovosi in tarda primavera ha reso estremamente difficile la gestione delle malattie fungine nella vite” ha dichiarato il vicepresidente della Cia Grosseto Edoardo Donato.


Successivamente, un prolungato periodo di siccità ha provocato uno stress idrico alle piante, rallentando significativamente la loro fisiologia e compromettendo l’accumulo di sostanze fondamentali come lo zucchero e altre componenti cruciali per la pianta. In questo contesto, è emersa la necessità di irrigare maggiormente i i vigneti e questo è un evidente segnale di cambiamento climatico, in quanto l’irrigazione, precedentemente considerata un’opzione di emergenza, è diventata un metodo agronomico indispensabile in stagioni come questa, per sostenere la crescita armoniosa delle viti.Un ulteriore elemento che ha influenzato la stagione è stato un periodo di venti di Tramontana protrattasi per due settimane, che ha ulteriormente asciugato l’uva, diminuendo la quantità e concentrando gli zuccheri.


“Nonostante tutte queste sfide – continua il vicepresidente Donato – è importante sottolineare che la qualità complessiva dell’uva in Maremma non è stata compromessa, e la quantità in alcune zone è rimasta in linea con gli anni precedenti”.


Tuttavia, è innegabile che tutte queste difficoltà abbiano aumentato i costi di gestione e di lavoro nei vigneti. Gli agricoltori e viticoltori sono stati infatti costretti a intervenire ripetutamente in tarda primavera con prodotti per la difesa dalle malattie fungine, oltre a sostenere ulteriori spese per l’irrigazione. 


“L’aumento dei costi, inclusi il tempo dedicato al lavoro e l’uso di carburante, non potrà essere completamente compensato dal mercato, perché – spiega Donato- a differenza di altri settori, il valore del prodotto agricolo non è determinato dalla somma dei costi e della marginalità, ma viene stabilito dal mercato stesso che purtroppo oggi è stabile e tutti i costi che sono in più vanno ad incidere sul guadagno dell’agricoltore. Questi aumenti dei costi non riguardano solo la fase di coltivazione ma si estendono anche alla fase di trasformazione e alle cantine. Come si può dunque comprendere-conclude con amarezza- mette a repentaglio il reddito degli agricoltori.”